Bellacosa "bacchetta" la SDOA: non paga l'affitto, vive di ricordi e non arriverà al 25° compleanno PDF Stampa E-mail
Mercoledì 23 Giugno 2010 23:07

Intorno alla Fondazione Sdoa si apre un dibattito dopo l'intervista rilasciata a Cronache del Mezzogiorno dal presidente Vittorio Paravia.

Tocca all'assessore Bellacosa replicare alle accuse.

 

"Carissimo Direttore, ho letto sul suo giornale della intervista al Presidente della Sdoa, nel cui ambito sono rese una serie di affermazioni, gravemente imprecise e tali da meritare una ferma smentita. Innanzitutto, non è corretto che si dica che «tutti i soci della Fondazione ci hanno abbandonati, Provincia compresa». Su delega del Presidente Cirielli, ho infatti partecipato all’ultima (ed unica) riunione convocata da parte del Presidente della Sdoa, io stesso lamentandomi del fatto che non vi era più interesse, da parte degli altri associati, alle attività della Fondazione.

 

All’indomani di quell’incontro, ho anche scritto alla Assindustria ed alla Camera di Commercio, sollecitandole a prendere una posizione sul punto, non essendo ammissibile che il mondo dell’impresa non partecipasse alle attività della Fondazione. La mia nota è rimasta senza risposta, ma evidentemente in ragione del fatto che la Fondazione, o chi la gestisce, non riesce a raccogliere l’interesse della nostra comunità ed ha probabilmente esaurito la propria funzione.

 

 

Di sicuro, alcuna responsabilità può essere imputata alla Provincia ov-vero alla Amministrazione governata dal Presidente Cirielli. Altrettanto indubbio è che la Sdoa non paga l’affitto, anche se è vero che ha realizzato taluni lavori: alcuni autorizzati ed altri non autorizzati, la quale cosa non è priva di rilevanza nel nostro ordinamento.

 

Se poi è vero che esistono due contratti, è anche vero che la Fondazione occupa molti altri locali senza alcun titolo e tuttavia si sta tentando di riconoscere un corrispettivo per la opere realizzate dalla Sdoa, senza dover ricorrere al Tribunale.

 

Per grandi numeri, però, è bene che si sappia che la Fondazione dovrebbe pagare circa 700 mila euro per canoni arretrati ed avrebbe titolo a pretendere un’indennità per lavori effettuati di circa 370 mila euro: la Sdoa, allora, deve alla Provincia circa 250 mila euro.

 

C’è poi il tema dei contributi richiesti da parte della Fondazione, per gli anni 2006, 2007 e 2010, di cui alla nota fax a me spedita l’altro giorno (l’8 giugno 2010): devo chiarire, a questo riguardo, che si tratta di contributi mai deliberati da parte della Provincia, illo tempore gestita da altra e diversa amministrazione. La Provincia non può allora riconoscere la pretesa, che non è prevista, né nello statuto né in alcun atto deliberativo dell’Ente, sicché si tratta di somme giammai rivendicabili. Al più, la Sdoa potrà vantare una qualche ragione nei confronti dei precedenti gestori della Provincia, ma sicuramente non nei confronti della nostra Amministrazione.

 

Per estrema chiarezza, voglio anche precisare che il contributo degli associati, a tenore di statuto, è «autonomamente determinato dai membri fondatori» e dunque non può essere fissato unilateralmente dal Presidente della Fondazione. Sento di fare ancora un commento, ripetendo quanto ho avuto più volte occasione di riferire al Presidente della Fondazione. Se la Sdoa, per gli anni passati, ha avuto il sostegno degli associati e delle istituzioni locali, anche per un importante lavoro realizzato, non si può continuare a vivere di rendite e di ricordi, ma deve darsi un nuovo impulso alle attività, coinvolgendo tutte le istituzioni e facendo appello alla nostra comunità.

 

Se questo non accadrà e si continueranno a coltivare personalismi e meriti autocertificati, la Fondazione sarà solo un ricordo, molto prima del suo venticinquennale. Non credo di dover aggiungere altro.

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Ultimo aggiornamento Mercoledì 23 Giugno 2010 23:39
 
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